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Uno dei metodi sfrutta l’effetto lente gravitazionale, secondo il quale l’immagine di galassie lontane viene distorta da altre grandi masse più vicine, posizionate lungo la direzione di vista. La distribuzione della massa quindi può essere ben individuata.
Fin dal 1996, il modello CDM prevede che la materia oscura fredda si trovi sotto forma di lunghi filamenti di grande scala. Nel corso degli ultimi anni, questa...
gigantesca rete è stata mappata grazie alle grandi Survey di Redshift (lo spostamento verso il rossouna misurazione che permette di stabilire la distanza di un oggetto celeste, mentre altre rilevazioni hanno permesso di osservare lo spettro di assorbimento e quello di emissione del mezzo intergalattico, un plasma sparso con temperature di 105-107 kelvin, che si trova lungo i filamenti, caratterizzati da un Redshift debole. Dietrich e colleghi hanno così focalizzato la loro attenzione sul Superammasso formato da Abel 222 e Abel 223, quest’ultimo a sua volta costituito dall’insieme di due galassie, caratterizzato da un Redshift molto debole.

Una massa di 6,5-9,8 x 10 alla 13 masse solari, si è riusciti a concludere che la frazione di gas incandescente che emette radiazione non è più del 9% della massa totale del filamento, che è costituito da materia oscura per la frazione restante. Questo risultato inoltre conferma che la materia oscura calda è in ogni caso troppo fredda per emettere radiazione di quel spettro prima citato rilevabile con i telescopi.