Le equazioni della fisica sembrano perdere significato quando si spingono a descrivere cosa accade oltre il limite invalicabile dell’orizzonte degli eventi. Per questo fisici e cosmologi sono da decenni alla ricerca della cosiddetta “Teoria del tutto”, che possa tenere insieme l’infinitamente grande con l’infinitamente piccolo.
Il lavoro di Hawking, denominato “Mantenimento dell’informazione e previsioni del tempo per i buchi neri”, cerca di trovare una risposta a questi interrogativi, si basa su una lezione tenuta dal cosmologo britannico lo scorso agosto in occasione di un meeting presso il Kavli Institute for Theoretical Physics di Santa Barbara, in California, dove traccia una terza via: considerare la possibilità che l’orizzonte degli eventi non esista affatto, sostituendolo da un “orizzonte apparente” in grado di imbrigliare temporaneamente la luce.
Quindi l'informazione sopravvivrebbe al buco nero, riemergendo, sottoforma di radiazione, ovvero la radiazione di Hawking. La conclusione cui giunge Hawking alla fine del suo ragionamento è drastica: “L’assenza di orizzonti degli eventi implica che non esistano buchi neri, nel senso di regimi dai quali la luce non può più sfuggire verso l’infinito”.
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Fonte dell'Immagine: www.vialattea.net |
Quindi l'informazione sopravvivrebbe al buco nero, riemergendo, sottoforma di radiazione, ovvero la radiazione di Hawking. La conclusione cui giunge Hawking alla fine del suo ragionamento è drastica: “L’assenza di orizzonti degli eventi implica che non esistano buchi neri, nel senso di regimi dai quali la luce non può più sfuggire verso l’infinito”.